Disturbi correlati all’ansia


Se dovessimo pensare a come definire l’ansia patologica, potremmo, a grandi linee, dire che l’ansia si manifesta come un’intensa paura, senza però la presenza di un reale pericolo, a cui si associano pensieri angoscianti e una serie di sintomi fisici, come sudorazione e battito cardiaco accelerato.
Ciò è spesso determinato dall’incremento nell’attivazione dell’arousal, inteso proprio come stato di reattività e vigilanza uno stimolo, che riguarda, di frequente, i soggetti ansiosi.
Essendo un’emozione, l’ansia è un meccanismo naturale molto importante, che consente di reagire in maniera adattiva e funzionale alle situazioni di pericolo.
Tuttavia, quando patologica, l'ansia diventa pervasiva, dura più del dovuto e, di solito, è seguita da pensieri ossessivi, che innescano una vera e propria crisi e determinano, a lungo andare, un sensibile deterioramento globale della vita della persona, intaccandone molti aspetti, da quello lavorativo a quello sociale. L’ansia patologica, difatti, crea un disagio che sottopone corpo e mente a uno sforzo eccessivo, senza però contribuire in maniera concreta alla risoluzione del problema.

La paura, che come abbiamo visto è l’emozione predominante, può avere varie origini, ovvero essere connessa a varie situazioni che la innescano.
Queste situazioni riguardano principalmente:

  • la paura di perdere una persona importante, che genera ansia da separazione, sentimenti di colpa e depressione;
  • la paura di perdere l’amore e, quindi, di sperimentare il rifiuto, con vissuti di colpa, inadeguatezza e sentimenti di rabbia;
  • paura di perdere l’integrità e la regolazione di se stessi, intesi come controllo del proprio funzionamento, dei propri pensieri e sentimenti, ma anche rispetto alle proprie azioni e scelte;
  • paura di perdere l’approvazione e la stima verso se stessi, con sentimenti di colpa e vergogna;
A livello cognitivo, spesso i soggetti ansiosi riportano difficoltà nel mantenere la concentrazione, scarsa attenzione e difficoltà di memoria.
Le tipologie di ansia, sia consce che inconsce, sono svariate e a soffrirne sono maggiormente le donne.
Le variabili che rendono le donne più vulnerabili (quasi il doppio degli uomini) a sviluppare un disturbo d’ansia sono molteplici, tra cui fattori ormonali, eventi di vita come gravidanze e menopausa e, purtroppo, anche motivazioni sociali e culturali. Non è un mistero, infatti, che tali fattori esercitino una certa pressione sul genere femminile, consolidando il messaggio che la donna debba sempre soddisfare i bisogni altrui, anteponendoli ai propri.
La presenza di un trauma non risolto o di un conflitto interno, può rendere la persona maggiormente predisposta a sviluppare questo tipo di disturbo.
L'ansia, inoltre, può mutare in attacco di panico, quindi generare una paura intensa che si presenta in maniera improvvisa, ha una breve durata e lascia il timore che possa ripetersi.