Disturbi della stabilità delle emozioni


È ormai risaputo che i bambini, fin da quando vengono al mondo, sperimentano ed esprimo emozioni, al fine di stabilire un legame affettivo e comunicativo con i propri caregiver. Le emozioni, specialmente nei primi anni di vita, vengono però percepite molto intensamente e, per questo, hanno bisogno dell’aiuto delle figure primarie per modulare tutti gli stati di eccitabilità eccessiva o ridotta. Un bambino che sperimenta un forte disagio, cerca la consolazione dai genitori, che, se in grado di comprendere e sostenere la sua esperienza emotiva, consentiranno al bambino di attribuire un significato a quell’esperienza, permettendogli così di sperimentare e differenziare un maggior numero di sfumature emozionali.
Ovviamente, sviluppare la capacità di poter sperimentare e regolare la molteplicità di emozioni adatte all’età è un fattore centrale dello sviluppo sociale e cerebrale del bambino.

Saper riconoscere difficoltà nella stabilità delle emozioni è fondamentale. Lo sviluppo emotivo di un bambino può essere osservato dalle espressioni corporee, da come si relaziona con gli altri e anche dalla capacità di giocare adeguatamente con i coetanei. Gli altri, coetanei e non, rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo della capacità di sperimentare emozioni, poiché, nella maggior parte dei casi, le emozioni sono sempre connesse a qualche forma di relazione o interazione con l’altro.
Un bambino, crescendo, impara infatti a fare i conti con i limiti rispetto agli altri, alle loro capacità e possibilità, che siano effettive o solo percepite e ciò potrà generare rabbia, rivalità o invidia, sentendosi sopraffatto.

In questi casi, è fondamentale che il genitore comprenda e accetti tutta la gamma degli stati emotivi del bambino, per permettergli di differenziarle sempre in misura maggiore, riuscendo infine a padroneggiarle in maniera autonoma.
Un genitore che nega la possibilità di esprimere la varietà di emozioni in modo sicuro o considera accettabili solo alcune emozioni rispetto ad altre, priverà il bambino dell’opportunità di esplorare il proprio mondo interno. Le emozioni negative, infatti, non andrebbero demonizzate o represse, anzi dovrebbero essere accolte, mostrando al bambino come modularle e accettarle, imparando ad autoregolarsi. Una volta sviluppato l’esame di realtà, infatti, il bambino sarà in grado di descrivere sentimenti complessi, tra cui le emozioni ambivalenti e contrastanti, accettando le circostanze e i compromessi connessi agli eventi.
Avere, dunque, un range di emozioni molto limitato, può compromettere lo sviluppo di una capacità di regolazione emotiva appropriata, insieme a una capacità di comprendere gli stati emotivi piuttosto circoscritta e inadeguata rispetto all’età.