Disturbi del puerperio


Nel corso del tempo, l’evoluzione socioculturale ha determinato la quasi totale scomparsa della famiglia d’origine, intesa come sostegno e aiuto concreto alla madre, senza, però, offrire un supporto alternativo tangibile, come presidi sociali o sanitari.
Il puerperio è un periodo molto particolare, dove potrebbe verificarsi un incremento rispetto alla vulnerabilità e alla depressione. Nel corso della gravidanza, infatti, una madre tende fisiologicamente a sviluppare un’organizzazione mentale caratterizzata dalla preoccupazione verso il proprio bambino, insieme alla profonda identificazione con lui e a una amplificazione della sensibilità.
Questa nuova organizzazione mentale, chiamata “costellazione materna”, può essere stabile, momentanea o (come nella maggioranza dei casi) rievocata laddove necessario.
Le tre condizioni principali che possono verificarsi dopo il parto sono il maternity blues, la depressione post partum e la psicosi puerperale.
La maternity blues comporta un’alterazione dell’umore abbastanza comune, con sintomi lievi e per lo più transitori. Gli eventi di vita stressanti costituiscono un fattore di rischio, così come le difficoltà economiche, i conflitti tra le famiglie d’origine e le gravidanze non programmate.
I sintomi vanno dal pianto transitorio, all’ansia, insieme all’affaticabilità, la cefalea, irritabilità e l’umore depresso.

In generale, il maternity blues è una condizione abbastanza comune e passeggera, sebbene non sia da sottovalutare, poiché può avere sviluppi e ripercussioni ben più gravi.
La depressione postpartum, invece, si presenta con frequenti crisi di pianto, difficoltà di concentrazione e memoria, sentimenti di colpa e irritabilità.
La madre tende a legarsi poco con il figlio, quindi manifesta poco interesse nei suoi confronti e ciò può avere conseguenze sulla tipologia di attaccamento e sul successivo sviluppo di problematiche connesse alla sfera emotiva.
Chiaramente, donne che posso essere maggiormente esposte alla depressione prima del parto, sono più inclini a svilupparla nei mesi successivi al parto.
La psicosi puerperale è caratterizzata dalla presenza di svariati deliri, comprese alterazioni dello stato di coscienza e oscillazioni dell’umore. Ovviamente, la maggior parte dei deliri riguardano il bambino, dalla paura che possa essere stato scambiato con qualche altro bambino alla paura che possa esserci stato addirittura un cambio di sesso.
Il contatto madre-bambino è di norma sempre compromesso e ciò implica anche l’interruzione dell’allattamento.
In generale, il più delle volte, è bene prestare attenzione anche ai cambiamenti nelle relazioni con le persone vicine, che vengono inevitabilmente compromesse, come per esempio, cambiamenti nella coppia parentale, difficoltà con le nascite seguenti, che vengono messe in secondo piano o cambiamenti nelle relazioni lavorative.